Giovedì pomeriggio abbiamo visitato l’ambulatorio medico di Kutaisi. Subito a fianco dell’accettazione si trova il laboratorio oculistico, dove, proprio in questi giorni é presente un volontario italiano e ottico, Gianni, che si ferma per una ventina di giorni a riparare e fare gli occhiali per gli anziani che frequentano il centro. Alla fine del corridoio, sulla sinistra, una decina di anziani aspetta il turno per entrare nell’ambulatorio, dove la dottoressa sta già visitando un paziente. Ci intrufoliamo dentro tra un paziente e l´altro per conoscere la dottoressa Manana, che presta il suo servizio al centro da diversi anni, e la farmacista che lavora in un piccolo ufficio affianco al suo. I pazienti, ci spiga la dottoressa, dopo la visita avranno a disposizione le medicine gratuitamente. In Georgia, nonostante la povertà diffusa il servizio sanitario é a pagamento e in molti, soprattutto gli anziani e le famiglie più in difficoltà, non hanno le risorse finanziare necessari per accedervi.
Venerdì mattina invece vado, insieme a due operatrici Caritas e a Gianni – questa volta nelle vesti di autista-, a scattare foto di alcuni momenti che testimoniano il servizio a domicilio per disabili e anziani di Caritas. Oggi piove, e per la strada c’è ancora più traffico. La prima visita è presso una palazzina in cui ero già stata martedì con Vato, percorriamo la scalinata esterna che ci porta al primo piano, e nell’unica stanza della casa (in cui tutti ammassati si trovano il letto, cucinino, tavolo, divano e una piccola televisione), troviamo il signore anziano a cui le due operatrici cambiano la biancheria e si fermano un po’ a chiacchierare, è molto colpito di rivedermi e inizia a dire qualche parola in italiano, imparata forse in TV. Riprendiamo la macchina e percorriamo fino in fondo uno dei tanti vialoni a quattro o più corsie circondati da alti alberi e palazzoni in stile sovietico. Attraversare la strada, soprattutto queste a più corsie, non è facile: che tu sia sulle strisce pedonali o meno agli automobilisti non importa e non sembra che gli interessi nemmeno evitarti, quindi appena troviamo uno spazio sufficiente tra una macchina e l’altra corriamo sull’altro marciapiede. Visitiamo un’altra signora anziana, questa volta la sua casa si trova dietro alla fitta parete di casermoni, raggiungiamo una specie di cortile interno con alcuni giochi per bambini e entriamo al piano terra di una piccola casa indipendente su due piani. Ovviamente, ci vivono più famiglie. Anche da lei, cambiano la biancheria, medicano alcune ferite sulla schiena e le lasciano una scatola di pannoloni.
Alla fine della mattinata, dopo aver visitato diversi anziani, ci fermiamo a visitare il panificio Trento, realizzato alcuni anni fa con il sostegno della Provincia di Trento, oltre ai prodotti locali come pane, pane dolce, vari dolci qui viene fatta anche dell’ottima pizza. Il direttore ci mostra con orgoglio tre stanze nel retro con tanti macchinari, celle frigorifere e forni e ci fa conoscere tutti i dipendenti.