La prima settimana di aprile è proseguita la formazione con il gruppo di ragazzi peer-educators che sono stati formati negli ultimi due anni. L’obiettivo degli anni precedenti è stato quello di formare un gruppo di ragazzi sulle tematiche della prevenzione e della riduzione dei rischi in merito all’utilizzo di alcol, allo scopo di rendere loro capaci di formare a loro volta gruppi di compagni di scuola. Il modello utilizzato, ritenuto scientificamente tra il più efficace insieme a quello delle life skills è quello della peer-education, che riconosce un importante protagonismo ai giovani, ritenendoli capaci di trasmettere al loro pari contenuti di prevenzione appresi attraverso un’attività formativa partecipativa. Questo obiettivo è stato pienamente raggiunto: i ragazzi che hanno svolto il percorso formativo hanno sviluppato competenze sulle tematiche in oggetto e hanno realizzato momenti di intervento formativo con i compagni di scuola, attraverso la creazione di strumenti adatti (cartelloni, questionari, brainstorming, gruppi di lavoro)
Gli obiettivi del 2019 sono:
- consolidare le competenze acquisite dal gruppo peer
- reclutare nuovi ragazzi che adeguatamente formati dal gruppo stesso si affianchino e proseguano il lavoro di peer-education insieme
- proseguire l’attività informativa nelle classi dell’istituto scolastico
- pattuire con il Preside le modalità di prosecuzione del progetto nel suo istituto
Attività e risultati ottenuti
Durante la settimana formativa abbiamo lavorato con 6 ragazzi che resteranno referenti per l’intero istituto per l’organizzazione e la realizzazione di incontri formativi durante l’anno anche in assenza di noi formatori. Tre ragazzi nuovi sono stati reclutati dal gruppo dei “vecchi”, come da accordi precedenti con noi, questo ha rappresentato un primo esito. Sono stati svolti 4 incontri: i primi due sono stati formativi (i ragazzi esperti con il nostro supporto hanno formato i ragazzi nuovi), gli altri due incontri sono stati tenuti dal gruppo peer, con la nostra supervisione, in due classi di ragazzi, raggiungendo un bacino di 50 ragazzi, che si somma ai 50 ragazzi che sono stati raggiunti attraverso gli incontri effettuati lo scorso ottobre, al termine del quale il Preside aveva consegnato ai ragazzi un attestato che certifica e riconosce le loro competenze.
Al termine del lavoro svolto è stato effettuato un incontro con il Preside per la valutazione dell’attività, che è stata valutata molto positivamente: il Preside ha individuato degli insegnanti per una buona parte delle classi dell’istituto che metteranno a disposizione un’ora del proprio insegnamento durante l’anno scolastico al gruppo peer affinché faccia “lezione” sulla prevenzione all’alcol.
Formazione operatori COMUNITA’ per alcolisti 1-5 Aprile
La Comunità residenziale per alcolisti aperta presso la Casa della Speranza di Batumi ha iniziato la propria attività all’inizio del 2018, avviando un percorso sperimentale di accoglienza e trattamento per soggetti che hanno sviluppato una dipendenza da alcol. Prima e unica struttura sul territorio georgiano, è nata dalla forte necessità di sviluppare quegli aspetti riabilitativi necessari alla persona dipendente da alcol, dopo la fase di disintossicazione, riconoscendo che il trattamento farmacologico rappresenta un punto di partenza ma da solo non è sufficiente a garantire un percorso riabilitativo completo (approccio bio-psico-sociale).
Il progetto per quanto riguarda il supporto formativo ha utilizzato professionisti che lavorano in Italia da anni nell’ambito dei Servizi per le Dipendenze Patologiche.
All’interno dei documenti di programmazione e nei requisiti di qualità essenziali per i Servizi per le Dipendenze, ormai consolidati in Italia, la formazione risulta tra gli indicatori richiesti sia in fase di progettazione, sia come elemento indispensabile per il mantenimento e il buon funzionamento di Servizi ambulatoriali e di Comunità residenziali.
La prima settimana di aprile 2019 si è svolta una formazione sul campo di una settimana c/o la struttura residenziale per tutti gli operatori.
Argomenti trattati
Il piano formativo ha previsto 10 ore di formazione svolta su 5 giorni, con una parte teorica e una parte di esercitazione pratica su “casi” specifici.
I punti trattati hanno riguardato:
- aspetti organizzativi e di funzionamento della Comunità (organigramma, funzionigramma, mandato della struttura, ruolo degli operatori, rapporti con l’esterno);
- la motivazione al cambiamento per la persona alcolista: concetti di autostima e autoefficacia, frattura interiore, le fasi del cambiamento, individuazione delle azioni possibili per ogni fase;
- la ricaduta nell’uso di alcol vista come parte integrante del percorso di cura: alcuni strumenti di lavoro come l’”analisi della catena” e l’esplorazione delle strategie del paziente;
- strumenti per l’analisi dei “casi”: linee guida per la stesura dei casi da discutere, schema sull’individuazione del problema e dello stadio di cambiamento, scheda di progetto terapeutico;
- costruzione di un progetto terapeutico specifico per ogni paziente: obiettivi, verifiche, modalità di verifica
Valutazioni
Il lavoro che abbiamo svolto ci ha messe di fronte ad una realtà che vive un momento molto fertile, in piena evoluzione, sia interno che esterno alla struttura.
Dal punto di vista interno abbiamo incontrato un gruppo di lavoro motivato, desideroso di avere momenti di confronto e di scambio di pratiche che consenta loro di accedere all’esperienza altrui, un gruppo coeso che si interroga sul proprio modo di lavorare, su come migliorare il supporto e la relazione di aiuto alle persone ospitate, su come favorire il reinserimento nella società di persone che hanno vissuto importanti storie di vita in condizioni di dipendenza e, a volte, di marginalità o esclusione sociale. Si tratta di buone basi di motivazione, che rappresentano una potenzialità importante per operatori che, se supportati nel rafforzare le loro competenze, possono consolidare il proprio metodo di lavoro e sviluppare strategie per farlo evolvere sulla base dei bisogni che verranno individuati dalla struttura.
Dal punto di vista delle relazioni con l’esterno, per quanto ci è stato possibile osservare, la Comunità si trova nel delicato punto di intersezione tra la risposta ad un bisogno della società locale (problema diffuso dell’alcolismo) e la necessità di tessere reti e cultura per favorire il reinserimento di persone che si pongono l’obiettivo di sperimentare nuovi modelli di comportamento e uno stile di vita diverso da quello adottato nel passato.
La formazione effettuata ad aprile riguarda un tema molto ampio; rappresenta un momento iniziale del percorso formativo, che andrebbe approfondito nei contenuti ed ampliato per altri argomenti al fine di offrire agli operatori strumenti di lavoro più completi e maneggevoli, e agli ospiti della CT interventi più mirati e centrati su obiettivi definiti. Tale modalità di intervento, improntata su progetti terapeutici-riabilitativi individualizzati, può aiutare a dare un’identità più precisa alla Comunità e dare all’esterno una immagine più chiara di che cosa è la Comunità e quali sono gli obiettivi generali.
Tra gli argomenti trattati il tema della ricaduta ha avuto un particolare rilievo: si tratta di un momento importante per il percorso riabilitativo di ogni soggetto che affronta il suo problema di dipendenza, che non rappresenta il fallimento del percorso bensì una tappa da affrontare come elemento conoscitivo degli aspetti di vulnerabilità (interni ed esterni) specifici di ciascun ospite, oggetto di lavoro per l’analisi delle strategie evolutive che rafforzeranno il soggetto.
Riteniamo positivo, in questa fase, che il numero degli ospiti sia mantenuto ridotto per consentire agli operatori di consolidare il modello operativo e di costruire una rete con il contesto esterno alla Comunità, presupposto per un ampliamento dell’offerta di cura e per un futuro sviluppo di collaborazioni. GUARDA LE FOTO
Parma, 20 aprile 2019 D.ssa Barbara Cantarelli Sociologa. D.ssa Nadia Cantarelli Educatrice Professionale